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La fine improvvisa dell’Universo: il mistero del “falso vuoto” e la teoria che potrebbe cancellare tutto

Immaginate un giorno qualsiasi: state sorseggiando un caffè, osservando il cielo, quando improvvisamente tutto cessa di esistere. Non è un’esplosione, non c’è dolore, non c’è nemmeno il tempo di rendersene conto. L’universo semplicemente… svanisce. Sembra fantascienza, eppure questa ipotesi è realmente studiata dai fisici teorici, ed è nota come “decadimento del falso vuoto”.

Cos’è il falso vuoto?

Nel linguaggio comune, pensiamo al vuoto come spazio senza materia. Ma per la fisica moderna il vuoto è qualcosa di più: è pieno di energia e di fluttuazioni quantistiche invisibili. Secondo il Modello Standard della fisica delle particelle, che descrive le forze e le particelle fondamentali dell’universo, questo vuoto potrebbe trovarsi in uno stato precario, detto appunto “falso vuoto”.

Immaginiamolo così: l’universo è come una pallina che rotola sul fondo di una valle poco profonda, stabile in apparenza, ma in realtà c’è un’altra valle, molto più profonda, subito dopo una piccola salita. Quella valle più bassa sarebbe il “vero vuoto”, cioè uno stato di energia inferiore e quindi più stabile. La nostra pallina-universo potrebbe rimanere tranquillamente nel falso vuoto per miliardi di anni, ma c’è una piccolissima probabilità che possa “saltare” improvvisamente nella valle più profonda.

Perché potrebbe succedere?

La risposta sta nel famoso bosone di Higgs, la particella scoperta al CERN di Ginevra nel 2012. Questo bosone è legato a un campo (il campo di Higgs) che riempie tutto l’universo e dà massa alle altre particelle. Il comportamento del campo di Higgs, però, potrebbe indicare che il nostro universo non è nello stato più stabile possibile, ma in uno stato “metastabile”—ovvero, abbastanza stabile da durare a lungo, ma non per sempre.

I fisici hanno calcolato che il vuoto del nostro universo potrebbe effettivamente essere metastabile. Questo significa che, in teoria, potrebbe decadere spontaneamente verso un vero vuoto con energia più bassa, causando un cambiamento improvviso e radicale delle leggi della fisica che conosciamo.

Cosa succederebbe davvero?

Se in qualche punto remoto dell’universo questo decadimento avvenisse, nascerebbe una “bolla” di vero vuoto che inizierebbe a espandersi alla velocità della luce. Dentro questa bolla le regole fisiche sarebbero totalmente diverse:

  • Gli atomi e le molecole non esisterebbero più.
  • Le particelle elementari si comporterebbero diversamente, cambiando massa e interazioni.
  • Tutta la materia che conosciamo semplicemente cesserebbe di esistere come tale.

Quando la bolla raggiungesse il nostro pianeta (senza alcun preavviso, dato che nulla può muoversi più veloce della luce), la nostra esistenza finirebbe istantaneamente, senza lasciare tracce.

Quanto è probabile?

Questo scenario apocalittico ha una probabilità estremamente bassa di verificarsi nel breve periodo. Secondo i calcoli più precisi, l’universo potrebbe rimanere stabile per un tempo incredibilmente lungo—molto superiore all’attuale età del cosmo, che è di circa 13,8 miliardi di anni. In pratica, la possibilità che questa bolla fatale nasca nel prossimo futuro è così piccola da essere praticamente inesistente dal nostro punto di vista.

Nuova fisica e altre ipotesi

C’è però una precisazione ulteriore. La teoria del falso vuoto si basa sul Modello Standard della fisica delle particelle, che sappiamo essere incompleto. Nuove particelle o interazioni, ancora da scoprire, potrebbero stabilizzare completamente il vuoto, rendendo impossibile questo scenario di fine improvvisa. In effetti, molti fisici ritengono che la natura abbia previsto meccanismi di protezione che non abbiamo ancora scoperto, e che potrebbero farci dormire sonni tranquilli ancora per moltissimi miliardi di anni.

Un caffè in serenità

L’idea del decadimento del falso vuoto affascina e inquieta allo stesso tempo. Ci ricorda quanto la nostra comprensione del cosmo sia ancora fragile e limitata, e quanto ogni scoperta possa cambiare radicalmente la visione che abbiamo del futuro. Per ora, però, possiamo goderci serenamente il nostro caffè, sicuri che almeno nell’immediato l’universo non sparirà.

Stefano Camilloni

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