La sonda spaziale New Horizons della NASA, già entrata nella storia grazie al suo spettacolare sorvolo di Plutone, ha appena segnato un nuovo traguardo rivoluzionario: ha dimostrato con successo la capacità di navigare nello spazio profondo utilizzando le stelle come punti di riferimento. Questo esperimento pionieristico segna una svolta cruciale per le future missioni spaziali interstellari.
L’impresa è avvenuta mentre New Horizons si trovava nella remota Fascia di Kuiper, ben oltre l’orbita di Plutone, a circa 438 milioni di miglia dalla Terra. Da questo privilegiato punto di osservazione, gli astronomi hanno utilizzato la sonda per catturare immagini di due stelle vicine e ben note: Proxima Centauri, distante 4,2 anni luce, e Wolf 359, situata a circa 7,86 anni luce da noi.
In queste immagini, i ricercatori hanno osservato un fenomeno noto come parallasse stellare: un leggero, ma significativo, spostamento apparente delle stelle rispetto a come appaiono osservate dalla Terra. Questo effetto è simile a ciò che percepiamo quando osserviamo un oggetto vicino alternando la visione tra i nostri occhi destro e sinistro. Nel caso di New Horizons, questo spostamento ha permesso agli astronomi di determinare con straordinaria precisione la posizione della sonda nello spazio profondo.
Tod Lauer, astronomo presso l’NSF NOIRLab e autore principale dello studio, ha commentato entusiasta: “Avevamo l’intuizione che scattare immagini simultanee da Terra e dalla sonda avrebbe reso chiarissimo il concetto di parallasse stellare. Ma vedere tutto questo concretizzarsi è davvero emozionante. Non c’è niente di paragonabile a dire ‘Ehi, funziona davvero!‘”.
Grazie alle posizioni rilevate delle due stelle e a un modello tridimensionale accurato del nostro quartiere cosmico, il team ha potuto calcolare la posizione esatta di New Horizons rispetto alle stelle vicine, raggiungendo una precisione incredibile, attorno ai 4,1 milioni di miglia. Per capire meglio questa scala, è come determinare una posizione tra New York e Los Angeles con uno scarto di appena 66 centimetri.
Lanciata nel gennaio 2006 da Cape Canaveral, New Horizons è stata fin dall’inizio una sonda rivoluzionaria: ha raggiunto la Luna in sole nove ore e Giove in appena 13 mesi, sfruttando poi la gravita di Giove per abbreviare il suo viaggio verso Plutone di ben cinque anni. Dopo oltre nove anni e mezzo e 3 miliardi di miglia percorsi, nel 2015 New Horizons ci ha regalato immagini mozzafiato di Plutone e della sua luna più grande, Caronte, rivelando dettagli mai visti sulla loro geologia e atmosfere.
Oggi, nella sua missione estesa attraverso la Fascia di Kuiper e verso il confine dell’eliosfera, New Horizons si prepara a entrare nello spazio interstellare, diventando così la quinta sonda umana ad attraversare questa frontiera. La recente dimostazione di navigazione stellare non solo apre nuovi orizzonti per la navigazione nello spazio profondo, ma rappresenta una pietra miliare fondamentale per tutte le future esplorazioni interstellari. Una tecnica che un giorno potrebbe guidarci verso mondi lontani, e chissà, magari anche verso nuovi incontri cosmici.
Stefano Camilloni