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Deimos e Phobos: le misteriose lune di Marte e il futuro dell’esplorazione spaziale

Quando pensiamo a Marte, la nostra immaginazione vola spesso sulla sua superficie desertica e sulle possibilità di trovare tracce di acqua o persino di vita passata. Tuttavia, due piccole lune orbitano silenziosamente intorno al Pianeta Rosso, rappresentando enigmi affascinanti per gli astronomi e potenziali tappe intermedie per future missioni spaziali: Deimos e Phobos.

Origine e caratteristiche principali

Deimos e Phobos sono corpi celesti minuscoli:

  • Phobos, la più grande delle due lune marziane, ha un diametro di circa 22 km.
  • Deimos, leggermente più piccola, ha un diametro di circa 12 km.

La loro forma irregolare e le superfici craterizzate fanno ipotizzare che possano essere asteroidi catturati dalla gravità di Marte in epoche remote. Un’altra teoria suggerisce invece che si siano formati dai detriti sollevati da un violento impatto sulla superficie marziana. In ogni caso, la loro origine è ancora oggetto di dibattito nella comunità scientifica.

La gravità su Deimos e Phobos

Entrambe le lune presentano una gravità estremamente debole, a causa delle loro ridotte dimensioni e masse:

  • Su Phobos, la gravità è circa 1700 volte più debole di quella terrestre.
  • Su Deimos, si stima sia ancora più ridotta.

Un astronauta in piedi su uno di questi satelliti sperimenterebbe quindi una sensazione di quasi totale assenza di peso. Basterebbe un piccolo balzo per raggiungere altezze di decine di metri o, in caso di movimento troppo energico, perfino allontanarsi in orbita. Questa condizione rende la superficie di Deimos e Phobos un ambiente tanto affascinante quanto complicato da esplorare: i veicoli spaziali e i rover devono adottare sistemi di ancoraggio o di propulsione delicati per evitare di “rimbalzare” nello spazio.

Possibilità di visite future

Le missioni robotiche su Phobos e Deimos sono già state oggetto di studio da parte di diverse agenzie spaziali. In particolare:

  • MMX (Martian Moons eXploration) è una missione giapponese (JAXA) pianificata per il lancio nella seconda metà degli anni 2020. L’obiettivo è raccogliere campioni dalla superficie di Phobos e riportarli sulla Terra, per svelare una volta per tutte la natura di queste due lune.
  • Diversi studi della NASA e dell’ESA hanno ipotizzato di utilizzare Phobos e Deimos come possibili avamposti per missioni più complesse su Marte: data la loro bassa gravità, potrebbero fungere da stazioni di rifornimento o da punti di osservazione orbitale.

Tuttavia, visitare fisicamente queste lune non è semplice:

  1. Atterraggio complicato: l’assenza (quasi) di gravità rende difficile l’aggancio di moduli spaziali alla superficie.
  2. Protezione dalle radiazioni: mancando un’atmosfera e un campo magnetico come quello terrestre, gli astronauti sarebbero esposti a radiazioni solari e cosmiche.
  3. Risorse limitate: su entrambi i satelliti scarseggiano acqua e altri elementi che potrebbero essere usati in loco. Bisognerebbe quindi pianificare accuratamente i rifornimenti.

Prospettive scientifiche e tecnologiche

Nonostante le difficoltà, l’esplorazione di Deimos e Phobos offrirebbe enormi vantaggi:

  • Studio dell’origine del Sistema Solare: analizzando campioni di roccia, si potrebbe chiarire se si tratta di asteroidi catturati o di materiale marziano espulso da un impatto.
  • Test di nuove tecnologie: sistemi di atterraggio e di mobilità in assenza di gravità consistente.
  • Stazione intermedia: le lune potrebbero fungere da base logistica per missioni con equipaggio verso la superficie marziana, riducendo i costi e i rischi associati a un viaggio diretto dalla Terra.

Libri per approfondire

Per chi volesse scoprire di più su Marte, i suoi satelliti e l’esplorazione spaziale, ecco alcuni titoli consigliati in italiano e in inglese:

  1. “Marte. Il futuro dell’umanità” di Giovanni Caprara (Ed. Rizzoli) – Un saggio divulgativo che descrive la storia delle esplorazioni marziane e analizza i progetti futuri.
  2. “La conquista dello spazio. Dallo Sputnik allo sbarco su Marte” di Piero Angela (Ed. Mondadori) – Un classico della divulgazione scientifica che ripercorre le tappe principali dell’era spaziale.
  3. “The Case for Mars” di Robert Zubrin (Ed. Free Press) – In inglese, un testo fondamentale per comprendere le strategie e le tecnologie volte alla colonizzazione di Marte, con accenni alle sue lune come basi intermedie.
  4. “Packing for Mars” di Mary Roach (Ed. W.W. Norton & Company) – Un libro divulgativo e divertente che racconta le sfide del volo spaziale umano, perfetto per capire le difficoltà legate all’esplorazione di mondi lontani.
  5. “Mars: The Pristine Beauty of the Red Planet” di Alfred S. McEwen et al. (Ed. University of Arizona Press) – Ricco di fotografie e spiegazioni dettagliate sulle caratteristiche geologiche di Marte e, in parte, delle sue lune.

Un futuro di esplorazioni?

Deimos e Phobos costituiscono un vero e proprio banco di prova scientifico e tecnologico. L’esplorazione di questi due piccoli custodi di Marte potrebbe rivelare indizi fondamentali sulla formazione dei pianeti e sull’evoluzione del Sistema Solare, nonché aprire la strada a nuove strategie per rendere l’uomo una specie interplanetaria. Malgrado le difficoltà tecniche legate alla bassa gravità, alla protezione dai raggi cosmici e alla limitata disponibilità di risorse, la prospettiva di allestire avamposti orbitanti su Deimos o Phobos continua a stimolare l’ingegno di scienziati e ingegneri di tutto il mondo. E chissà: un giorno potremmo assistere davvero all’atterraggio di un equipaggio umano su questi “piccoli grandi” avamposti del Sistema Solare.

Stefano Camilloni

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