Il libro “A l’aube de nouveaux horizons” di Nathalie Cabrol offre un viaggio appassionante attraverso la storia e le prospettive della ricerca di vita extraterrestre. Dalla rivoluzione copernicana ai progressi recenti nelle tecnologie di osservazione spaziale, l’autrice, astrobiologa impegnata nei programmi NASA, condivide la sua esperienza nella ricerca di tracce di vita in ambienti estremi, dalle profondità oceaniche alle regioni ghiacciate dello spazio.
Il testo si concentra sull’esplorazione del nostro sistema solare, esaminando pianeti e lune come Marte, Venere ed i satelliti di Giove e Saturno. Tuttavia, il viaggio non si ferma qui: si estende alla scoperta di esopianeti e oltre, esplorando l’Universo profondo. L’autrice utilizza abilmente immagini in bianco e nero e a colori per illustrare concetti complessi, rendendo l’esperienza di lettura accessibile anche per i non esperti.
Cabrol esplora le probabilità di vita extraterrestre, discutendo delle equazioni di Fermi, Drake, Ward & Brownlee. La sua narrazione avvincente ci trasporta nelle ricerche attuali e nelle speranze di rivelare forme di vita, microscopiche o complesse, entro la nostra generazione.
Il libro culmina con un focus sul programma SETI, che cerca segnali di civiltà avanzate. Cabrol condivide riflessioni sulle sfide dell’umanità e sulla possibilità di trovarci isolati nello spazio o, al contrario, essere osservati da civiltà più antiche.
In conclusione, il testo di Cabrol, con il suo stile appassionato e accessibile, offre una panoramica avvincente delle ricerche attuali sull’astrobiologia. Svela il fascino e la complessità della ricerca di vita nell’Universo, incanalando la curiosità umana verso un’odissea di scoperte straordinarie.
“Le civiltà tecnologicamente giovani come la nostra sono forse relativamente isolate nello spazio, le onde delle nostre trasmissioni stanno appena iniziando a formare increspature sull’oceano cosmico. D’altra parte, questa sensazione di isolamento potrebbe essere solo il risultato del nostro modo di vedere le cose, poiché è probabile che civiltà più antiche siano in grado di avere una conoscenza più approfondita delle leggi che governano l’Universo e siano sufficientemente avanzate da essere consapevoli della nostra esistenza, nonostante la distanza. E queste civiltà potrebbero essere numerose.” (Pagina 254)
Nathalie Cabrol è una ricercatrice specializzata in astrobiologia. Dopo aver iniziato la sua carriera in Francia in geologia e planetologia, si è trasferita negli Stati Uniti alla chiusura del suo laboratorio presso l’Università Paris Sorbonne. Si è impegnata in diversi programmi scientifici della NASA dedicati all’esplorazione di Marte. Ha effettuato immersioni profonde nei laghi delle Ande per studiare le forme di vita sviluppate in ambienti estremi. Dal 2015 è la direttrice scientifica del team NASA presso il Carl Sagan Center dell’Institut SETI (Search for Extraterritorial Intelligence – Ricerca di intelligenza extraterrestre) e partecipa ai programmi di preparazione delle future missioni su Marte. Ha pubblicato numerosi articoli su riviste internazionali con peer review e un’autobiografia nel 2021, Voyage aux frontières de la vie (Le Seuil).
Stefano Primaluce