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La fisica contemporanea tra sapere e supposizione – Il punto di vista di Carlo Rovelli

Cosa sappiamo oggi sul mondo fisico? Riguardo la scienza contemporanea esiste una distinzione chiara tra quello che si sa e quello che si suppone? E ancora: ci si deve poter fidare degli uomini di scienza?

Ad oggi sappiamo che esistono teorie fondamentali accertate, che nel loro ambito funzionano benissimo come le equazioni di Maxwell, la meccanica di Newton, la meccanica quantistica, la teorie delle particelle elementari (modello standard) e la relatività generale. Poi ci sono le teorie ipotetiche, che un giorno potrebbe diventare una teoria accertate, se verificate sul piano sperimentale.

Come spiega il fisico italiano Carlo Rovelli nel saggio “Che Cos’è il Tempo? Che Cos’è lo Spazio?” (Il libro descrive la teoria della gravitazione quantistica a loop che vede Rovelli uno dei principali contributori della teoria) tra le teorie ipotetiche, oltre quella dei loop, ne esistono altre che cercano di risolvere il problema della “gravità quantistica”. L’alternativa più in voga è la “teoria delle stringhe“, che ipotizza che le particelle elementari non siano particelle, ma piccole cordicelle. Nonostante un’apparente somiglianza fra stringhe e loop, la differenza è molto grande: le stringhe sono delle cordicelle che si muovono nello spazio, a differenza dei loop che, invece, sono essi stessi lo spazio. Il vantaggio della teoria delle stringhe è che oltre a fornire una possibile soluzione al problema della gravità quantistica è anche un tentativo di una teoria unificata di tutte le forze e tutte le particelle. Il vantaggio della teoria dei loop – spiega Rovelli – è che essa incorpora a fondo ciò che la relatività generale ci ha insegnato sul mondo: cioè il fatto che non esiste lo spazio-tavola di Newton, su cui si muovono campi e particelle. Se una di queste due teorie sia quella giusta, e quale essa sia, o se alla fine si arriverà a combinarle, non lo sa nessuno, per ora. Il futuro dirà chi ha ragione.

Carlo Rovelli è un fisico, saggista e accademico italiano, studioso di fisica teorica. Ha lavorato in Italia e negli Stati Uniti e attualmente lavora in Francia. La sua principale attività scientifica è nell’ambito della teoria della gravità quantistica a loop, di cui è uno dei fondatori.

La parte più difficile dei fisici teorici – precisa Rovelli – è che da un lato c’è l’entusiasmo di formulare una teoria nuova, si è forse sulle tracce della comprensione di un nuovo aspetto del mondo; ma dall’altro c’è la frustrazione di lavorare tutta una vita su teorie che potrebbero alla fine rivelarsi sbagliate o, ancora peggio, il rischio di poter restare senza sapere se siano giuste oppure no.

Un grave danno alla scienza – sottolinea Rovelli – viene fatto da divulgatori che danno per accertate delle teorie solo ipotetiche, come purtroppo avviene. Secondo il fisico italiano il pubblico si deve poter fidare degli uomini di scienza, e per questo essi devono essere molto cauti prima di annunciare che “hanno capito” davvero qualcosa di nuovo nel mondo.

Stefano Primaluce

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