in

Il Sidereus Nuncius: l’annuncio delle meraviglie celesti che diedero avvio all’avventura della scienza moderna

Nella suggestiva cornice della Settimana dei Giganti, lo scorso 14 febbraio 2025 a Napoli, il professor Giovanni Covone, astrofisico di fama internazionale, ha ripercorso con passione e rigore la straordinaria avventura scientifica iniziata con la pubblicazione del Sidereus Nuncius di Galileo Galilei. Questo piccolo libro, pubblicato il 13 marzo 1610, fu un colpo di cannone contro le certezze dell’epoca, inaugurando la rivoluzione scientifica moderna.

Prima del Sidereus Nuncius: un universo immobile

Covone ha ricordato come, prima di Galileo, il cosmo fosse immaginato secondo la rigida visione aristotelica: un universo diviso in due, con un mondo sublunare imperfetto e mutevole (fatto di terra, acqua, aria e fuoco) e un mondo celeste perfetto, immutabile ed eterno (fatto di etere). In questo modello, la Terra occupava il centro immobile dell’universo.

Niccolò Copernico, nel 1543, aveva già sfidato questa concezione con la sua teoria eliocentrica, ma i suoi calcoli si basavano su osservazioni a occhio nudo e non avevano ancora scosso le fondamenta dell’aristotelismo. La sua proposta restava, per molti, un’ipotesi matematica, utile ai calcoli astrologici più che a una reale descrizione dell’universo.

Galileo e il cannocchiale: la svolta di uno strumento

La vera svolta arrivò con Galileo Galilei, un professore di matematica all’Università di Padova. Sebbene non fosse lui l’inventore del cannocchiale, Galileo lo perfezionò, portandolo da un semplice gioco ottico a uno strumento capace di rivoluzionare la nostra visione del cielo. In pochi mesi, dal 1609, ottenne ingrandimenti di 20-30 volte: abbastanza da penetrare nei segreti della Luna, delle stelle e dei pianeti.

Covone ha sottolineato l’importanza di questa fase: Galileo non si limitò a usare lo strumento come un telescopio terrestre (per scopi militari o di navigazione), ma lo puntò verso il cielo, sfidando apertamente la convinzione diffusa che nulla di nuovo potesse essere scoperto sopra le nuvole.

Le scoperte celesti del Sidereus Nuncius

Le osservazioni di Galileo raccolte nel Sidereus Nuncius sconvolsero l’idea tradizionale di un cielo immutabile. Galileo rivelò che:

  • La Luna non era una sfera perfetta, ma un mondo con montagne e valli, simile alla Terra. Questa scoperta demoliva la barriera aristotelica tra mondo celeste e sublunare.
  • La luce cinerina, ossia la luce riflessa dalla Terra verso la Luna, dimostrava che la Terra stessa era un corpo luminoso, partecipe della “danza degli astri” e non un luogo d’inferiorità cosmica.
  • Le stelle, osservate attraverso il cannocchiale, si moltiplicavano all’infinito, prefigurando un universo molto più vasto di quanto si fosse mai immaginato.
  • I satelliti di Giove, i famosi “Astri Medicei”, dimostravano che non tutto ruotava attorno alla Terra: Giove aveva i suoi “pianeti” in orbita. Un colpo al cuore del sistema tolemaico.

Il Sidereus Nuncius: uno stile nuovo per la scienza moderna

Covone ha evidenziato come Galileo, nel pubblicare il Sidereus Nuncius, scelse uno stile sorprendentemente moderno: diretto, senza lunghe citazioni di autorità antiche. Scriveva di giorno, osservava di notte, dettava ai tipografi le illustrazioni con la fretta di chi sa di avere per le mani una scoperta rivoluzionaria. Alcuni errori tipografici ne testimoniano la rapidità. Ma la sostanza era chiara: l’universo stava cambiando volto.

Galileo unì scienza e arte: sapeva disegnare con precisione le montagne lunari, sapeva raccontare con passione le sue scoperte, sapeva usare la lingua per entusiasmare i lettori. Questo, sottolinea Covone, è uno dei motivi per cui il Sidereus Nuncius ha avuto un impatto così travolgente: un trattato scientifico che parlava direttamente ai lettori e li invitava a guardare con i propri occhi.

L’impatto culturale e scientifico

La pubblicazione del Sidereus Nuncius fu un terremoto intellettuale. Alcuni filosofi si rifiutarono di guardare nel cannocchiale (Cesare Cremonini, ad esempio), mentre altri, come Keplero, accolsero con entusiasmo le scoperte, pur mantenendo le loro idee cosmologiche. Per la prima volta, un libro scientifico proponeva osservazioni verificabili, capaci di sfidare l’autorità millenaria di Aristotele.

In chiusura, Covone ha ricordato come il Sidereus Nuncius non fosse un semplice annuncio di scoperte, ma un manifesto del metodo scientifico moderno: osservazione, strumento, verifica, indipendenza di giudizio. Una lezione che, a più di quattro secoli di distanza, rimane ancora fondamentale.

Stefano Camilloni

Vota l'articolo!
[Totale: 1 Media: 5]

Un viaggio straordinario nel cuore dello spaziotempo: simulata per la prima volta la traiettoria completa di un’onda gravitazionale attraverso un buco nero

Alla ricerca della vita oltre la Terra: un viaggio statistico tra stelle, mondi e multiversi