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Un valzer tra le stelle: il “Bel Danubio Blu” celebra Johann Strauss e l’ESA in viaggio nello Spazio

Immaginate un valzer elegante che danza, leggero come un soffio, tra le stelle. È questo il destino che attende il celebre “An der schönen blauen Donau” (Sul bel Danubio blu) di Johann Strauss II, composizione simbolo dell’eleganza viennese, pronta a diventare messaggera della Terra nell’infinito cosmico.

Quest’anno si celebra un duplice anniversario di grande rilievo: il bicentenario della nascita di Strauss, il genio dei valzer viennesi, e il cinquantesimo compleanno dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), faro di conoscenza e scoperta per l’umanità. Due mondi apparentemente distanti, quello della musica e quello dello spazio, si incontrano ora in un abbraccio poetico destinato all’eternità.

Il prossimo 31 maggio, la Vienna Symphony Orchestra eseguirà questo valzer immortale, dando vita a una cerimonia che trascenderà le mura della sala da concerto per inoltrarsi verso profondità cosmiche mai raggiunte prima da alcuna melodia. Mentre la musica scorrerà sulla Terra in una performance dal vivo ricca di emozioni, nello spazio risuonerà una versione preregistrata, preparata per garantire una perfetta trasmissione attraverso l’immensità.

Convertito in segnali radio, il valzer solcherà il buio celeste alla straordinaria velocità della luce: oltre un miliardo di chilometri all’ora. In appena un istante, la musica sfiorerà la Luna; in pochi minuti accarezzerà Marte e, in meno di un’ora, sfiorerà Giove. Entro un giorno, Strauss viaggerà oltre i confini del nostro sistema solare, verso la sonda Voyager 1, il manufatto umano più lontano, che attualmente naviga nello spazio interstellare, a oltre 24 miliardi di chilometri dalla Terra.

Ad accompagnare il valzer in questo viaggio straordinario sarà la grande antenna dell’ESA in Spagna, punta di diamante della rete spaziale profonda europea. Diretta verso la Voyager 1, l’antenna lancerà nello spazio la melodia, come una bottiglia cosmica affidata al mare infinito delle stelle.

Ma dietro a questo gesto poetico vi è anche la volontà di colmare un piccolo vuoto nella memoria interstellare: un cosiddetto “errore cosmico”. Nel lontano 1977, le sonde Voyager partirono dalla Terra portando con sé i celebri “dischi d’oro”, contenenti musica e immagini scelte per presentare l’umanità a possibili civiltà extraterrestri. Nonostante una selezione curata da Carl Sagan che includeva Bach, Beethoven, Mozart e Stravinsky, Johann Strauss II rimase inspiegabilmente escluso. Una beffa del destino, considerando che proprio il “Bel Danubio Blu” aveva già conquistato il pubblico spaziale grazie al capolavoro cinematografico di Stanley Kubrick, “2001: Odissea nello spazio”.

Non si tratta, però, del primo tentativo di dialogo musicale con l’universo. La NASA, infatti, aveva già inviato note celebri nello spazio profondo: da “Across the Universe” dei Beatles per celebrare il proprio cinquantesimo anniversario nel 2008, fino a “The Rain (Supa Dupa Fly)” di Missy Elliott diretto verso Venere, e persino “Reach for the Stars” di Will.i.am inviato al rover Curiosity su Marte.

Per Josef Aschbacher, direttore generale dell’ESA, “la musica ci unisce tutti attraverso il tempo e lo spazio in un modo straordinariamente profondo”. Con questa iniziativa, l’Agenzia Spaziale Europea si propone non solo di celebrare Johann Strauss II, ma anche di ispirare le nuove generazioni di esploratori e scienziati a guardare oltre, verso un futuro ancora tutto da scoprire.

L’evento sarà trasmesso in diretta streaming, con proiezioni pubbliche gratuite nelle città di Vienna, Madrid e New York. Tutti potranno assistere a questo straordinario valzer cosmico, momento in cui cultura e scienza, passato e futuro, si fondono in un’unica, luminosa sinfonia destinata a viaggiare, silenziosamente, tra le stelle.

Stefano Camilloni

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