Nel silenzioso abisso del cosmo, ogni scoperta è un frammento di meraviglia che ci avvicina all’insondabile armonia dei mondi che brillano oltre il nostro Sole. Una delle più sorprendenti novità arriva dal James Webb Space Telescope (JWST), che ha svelato l’esistenza del pianeta più gelido mai osservato, un mondo solitario che orbita intorno a una nana bianca, il cuore spento di una stella un tempo viva.
Era il 2020 quando gli astronomi individuarono per la prima volta WD 1856+534 b, un gigante gassoso situato a 81 anni luce dalla Terra. Questo “super-Giove”, sei volte più massiccio del nostro Giove, fu il primo pianeta in transito mai rilevato intorno a una nana bianca — stelle che rappresentano l’ultimo atto della vita di astri simili al Sole.
Di recente, un’équipe internazionale ha puntato su questo mondo il sofisticato Mid-Infrared Instrument (MIRI) del JWST, nell’ambito del programma JWST Cycle 3 General Observation. Lo scopo: osservare direttamente il pianeta e carpirne i segreti attraverso la visione profonda degli infrarossi.
I dati raccolti parlano chiaro: la temperatura media del pianeta è di 186 kelvin (-87°C). Un gelo cosmico che lo consacra come il pianeta extrasolare più freddo mai individuato. Gli scienziati hanno inoltre confermato che la sua massa non supera sei volte quella di Giove — una stima più precisa rispetto alle precedenti.
Le nane bianche, scheletri celesti di stelle estinte, rappresentano un campo affascinante per chi indaga la resilienza dei mondi. Comprendere se e come i pianeti possano sopravvivere alla morte della loro stella è una delle grandi domande dell’astrofisica moderna. E la tenue luce di queste stelle spente offre un vantaggio: minore contrasto luminoso, maggiore chiarezza nelle osservazioni.
Lo studio, guidato da Mary Anne Limbach, non solo certifica la glaciale temperatura del pianeta, ma fornisce anche la prima prova diretta che i pianeti possono migrare e resistere in orbite vicine alla “zona abitabile” attorno a una nana bianca. Un indizio prezioso su migrazioni orbitali, stabilità dinamica e destino dei pianeti nella fase crepuscolare di un sistema solare.
Il JWST continuerà a scrutare WD 1856 b anche nel 2025, con nuove osservazioni mirate a scoprire eventuali compagni celesti. E a breve saranno rilasciati i risultati di un precedente studio condotto con lo strumento NIRSpec, che potrebbe offrire la prima finestra sull’atmosfera di questo enigmatico pianeta.
Questa scoperta dimostra, ancora una volta, l’incredibile potenziale del James Webb Space Telescope nel sondare mondi al limite, luoghi dove la luce si spegne ma la scienza si accende, aprendo nuove visioni sulla sopravvivenza dei pianeti dopo il tramonto delle loro stelle madri.
Stefano Camilloni